William McKinley: L'uomo, il presidente, l'eredità.
Nato in Ohio nel 1843, McKinley si distinse per il suo servizio militare durante la Guerra Civile, raggiungendo il grado di maggiore. Dopo la guerra, intraprese la carriera legale e politica, venendo eletto alla Camera dei Rappresentanti nel 1877. Come membro del Congresso, McKinley divenne un forte sostenitore del protezionismo, una politica economica che favorisce le industrie nazionali attraverso l'imposizione di dazi sulle importazioni. Questa posizione lo rese popolare tra gli industriali e gli operai del Nord, contribuendo alla sua ascesa politica.
Nel 1896, McKinley vinse le elezioni presidenziali, sconfiggendo il candidato democratico William Jennings Bryan. La sua campagna elettorale si concentrò sulla promessa di prosperità economica e sulla difesa del gold standard, il sistema monetario che legava il valore del dollaro all'oro. La vittoria di McKinley segnò l'inizio di un'era di predominio repubblicano nella politica americana.
La presidenza di McKinley coincise con un periodo di espansionismo americano. Gli Stati Uniti acquisirono Hawaii, Porto Rico e le Filippine a seguito della guerra ispano-americana del 1898. Questa espansione territoriale trasformò gli Stati Uniti in una potenza mondiale, con interessi strategici e commerciali in diverse regioni del globo.
L'amministrazione McKinley promosse anche politiche volte a favorire la crescita economica. La tariffa Dingley, approvata nel 1897, aumentò i dazi su una vasta gamma di prodotti importati, proteggendo le industrie americane dalla concorrenza straniera. Questo periodo vide una significativa espansione industriale e un aumento della produzione, consolidando la posizione degli Stati Uniti come potenza economica emergente.
Nonostante i successi economici e l'espansione territoriale, la presidenza di McKinley fu segnata da tensioni sociali e politiche. Il movimento operaio continuava a lottare per migliori condizioni di lavoro e salari più alti, mentre il dibattito sulla segregazione razziale rimaneva acceso.
Nel settembre del 1901, mentre visitava l'Esposizione Pan-Americana a Buffalo, New York, McKinley fu colpito da un anarchico. Morì otto giorni dopo a causa delle ferite riportate. La sua morte improvvisa scosse la nazione e portò alla vicepresidenza Theodore Roosevelt, che avrebbe continuato l'opera di modernizzazione e espansione degli Stati Uniti.
L'eredità di William McKinley è complessa e sfaccettata. Da un lato, viene ricordato come il presidente che guidò gli Stati Uniti verso una nuova era di potenza globale e prosperità economica. Dall'altro, la sua presidenza segnò anche l'inizio dell'imperialismo americano e delle sue conseguenze, un tema ancora oggi oggetto di dibattito e riflessione. La sua storia rimane un capitolo fondamentale per comprendere l'evoluzione degli Stati Uniti nel passaggio tra il XIX e il XX secolo.