La sua rivalità con Björn Borg è entrata nella storia del tennis, un'epica battaglia tra ghiaccio e fuoco, tra la calma imperturbabile dello svedese e l'esplosività vulcanica dell'americano. Wimbledon 1980, la finale più celebre, un'opera teatrale in cinque atti con un tie-break infinito che ha consacrato la leggenda di entrambi. McEnroe, sconfitto, avrebbe poi conquistato il titolo l'anno successivo, vendicandosi del rivale.

McEnroe non era solo un tennista straordinario, ma un artista con la racchetta. Il suo gioco era un mix di potenza e delicatezza, di aggressività e tocco, un'alchimia perfetta che gli permetteva di dominare gli avversari con colpi impossibili. La sua volée, in particolare, era un'arma letale, un tocco magico che lasciava gli avversari immobili.

La sua personalità, così irruente e imprevedibile, lo ha reso un personaggio amato e odiato, un'attrazione irresistibile per il pubblico. Le sue sfuriate contro arbitri e giudici di linea, le sue proteste veementi, il suo "You cannot be serious!" sono diventati iconici, parte integrante del suo mito.

Ma dietro la maschera del "Superbrat", come veniva soprannominato, si nascondeva una sensibilità artistica, una passione per la musica e l'arte. Dopo il ritiro dal tennis professionistico, McEnroe ha intrapreso una carriera come commentatore televisivo, dimostrando una profonda conoscenza del gioco e una capacità di analisi acuta.

Oggi, a distanza di anni, John McEnroe rimane una figura iconica, un simbolo di un'epoca che ha rivoluzionato il tennis. Il suo genio ribelle, la sua passione incontenibile e il suo talento straordinario continuano ad affascinare e ispirare nuove generazioni di tennisti. La sua eredità va oltre i titoli vinti, è un inno alla passione, alla ribellione e alla bellezza del gioco. Un artista con la racchetta, un genio incompreso, un'icona senza tempo.

Il suo stile di gioco aggressivo e la sua personalità esplosiva hanno contribuito a rendere il tennis uno sport più spettacolare e popolare. McEnroe ha lasciato un segno indelebile nella storia del tennis, un'eredità che va oltre i sette titoli del Grande Slam conquistati. La sua influenza è ancora visibile oggi, nel modo in cui i giocatori si esprimono in campo e nel modo in cui il pubblico vive il tennis. Un'icona che ha cambiato per sempre il volto del tennis.